giovedì 25 ottobre 2007

SE NON E' ZUPPA...E' PAN BAGNATO


Così recitava un vecchio detto popolare per significare che le cose non erano poi cambiate molto. Il signor Levi, e sì ancora lui, ha modificato il testo del DDL. Ma non è che le cose siano poi cambiate molto... Gentiloniiii, Di Pietroooo, questa volta leggete, e leggete attentamente. Questo DDL continua a fare schifo!
Ho ricevuto infatti dal difensore dei Blog la seguente mail che, puntualmente, porto a conoscenza di voi tutti:
Ragazzi stiamo per vincere la nostra battaglia. Il Ddl Levi-Prodi sull'editoria che voleva schedare ogni blog e metterci sopra tasse e burocrazia sta per essere cambiato dallo stesso Levi, che mentre all'inizio aveva detto che nel testo legge non erano compresi i blog, ha ieri dichiarato che il suo Ddl aveva un chiaro riferimento ai blog e quindi deve essere cambiato (l'avrà letto solo ora???). Così ieri ha depositato un comma aggiuntivo alla legge che dice "sono esclusi dall'obbligo di iscrivere al Roc i soggetti che accedono o operano su Internet per prodotti o siti ad uso personale e non ad uso collettivo". Cosa molto vaga che già salverebbe molti blog, ma rimane molto ambiguo se pensiamo a quei blog gestiti da più persone (Penna e calamaio, Papere e pannocchie ecc. - ed io aggiungerei Beppe Grillo n.d.r.) che sono ad uso personale di una collettività. In sostanza sembra quasi che questa legge, scritta da una persona che dellablogosfera ne sa poco o nulla, in tutta la sua assurdità dovrà andare avanti con qualche modifica. Nei vostri commenti avete chiesto più volte l'abrogazione totale di questo Ddl che non interviene poi su nessun problema (compito di cui la politica sembra essersi dimenticata) ma sarebbe solo una limitazione alla libertà individuale, tesi poi portata avanti dal Ministro delle Comunicazioni Gentiloni: "Molto meglio lasciare le regole attuali".
In sostanza non abbiamo ancora vinto: Levi e Prodi hanno provato ad imbavagliarci ma grazie ai nostri blog siamo riusciti a smascherarli informando tutti del tentativo meschino di censura. Ora il mondo si è accorto di ciò che sta accadendo e qualcosa sicuramente cambierà.
Propongo con questa mail a tutti gli aderenti alla petizione di istituire sempre su questi canali (mail e blog) un comitato permanente a difesa dei blog per questa battaglia e per il futuro se ce ne sarà bisogno, fatemi sapere che ne pensate rispondendo alla mail o tramite i commenti sul blog.

http://blog.libero.it/difesablog

Per evitare altre brutte figure Prodi pubblichi prima le proposte del Consiglio on line, legga i commenti e poi proceda. I cittadini sarebbero informati e anche i Ministri.La Commissione cultura della Camera esamina oggi la Levi-Prodi. Vorrei che la discussione fosse resa pubblica con la possibilità di commentarla.Levi ha dichiarato: “Per ogni legge, il passaggio parlamentare è l’occasione per migliorare i testi e, quando necessario, chiarire i punti ambigui”. La legge l’ha scritta lui su dettatura di Prodi. I casi sono due : Levi ci è o ci fa. Sicuramente ci ha provato. Questa volta sono stati presi con le mani nella marmellata. Ma quante volte ci hanno provato con successo senza che nessuno lo sapesse?
Leggi anche il Times sulla Levi-Prodi.
E' stato chiesto al noto giornalista Gad Lerner:
vorrei capire se un giornalista come te ritiene ammissibile che venga proposta dal sig. Levi una legge sull'editoria che suona come un bavaglio ai bloggers. So che si stanno facendo delle smentite ma il semplice fatto che se ne sia parlato è, a mio giudizio, un grave attentato alla libertà.
La corretta ma diplomatica risposta di Lerner è stata:
Lo definirei uno sgradevole infortunio.

domenica 21 ottobre 2007

Il Governo abolisce i blog?

Leggo e trascrivo da Wikipedia:

Il 12 ottobre 2007 è stato approvato in Consiglio dei ministri un disegno di legge "per la nuova disciplina dell'editoria quotidiana", che ridefinisce i requisiti che un mezzo di informazione deve possedere per essere ritenuto un "prodotto editoriale". L'idea alla base della riforma è la parificazione delle norme riguardanti le produzioni editoriali, a prescindere dal mezzo di informazione utilizzato (ad esempio, l'equiparazione delle testate giornalistiche informatiche e di quelle cartacee).

Il decreto ha suscitato grande scalpore in quanto è stato letto come un obbligo per ogni produzione online, inclusi blog e siti internet personali, all'iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC). Per tale motivo, e grazie ad un passaparola tempestivo, esso ha sollevato le forti proteste di svariati blogger italiani, tra cui Beppe Grillo, che ha accusato il decreto, da lui soprannominato "legge Levi-Prodi", di volere limitare la libertà dell'informazione via Internet.

Leggo e trascrivo dal Blog di Beppe Grillo:

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all'informazione sotto sotto questi sono tutti d'accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell'Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L'iter proposto da Levi limita, di fatto, l'accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all'albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: "Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere".
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

Commento mio: Amici SIAMO ALLA FRUTTA! Chi vuole può firmare una petizione popolare sul sito qui sotto indicato. Io l'ho fatto.

Firma la petizione online contro il Ddl Levi Prodi

http://digilander.libero.it/difensore_dei_blog/petizioneeditoria.htm