venerdì 1 febbraio 2008

Il pane bianco

Era intorno al 1945 quando i primi carriarmati delle truppe anglo-americane entrarono in Galzignano, il paesino sui colli Euganei, in vicinanza di Padova, in cui ormai da quasi tre anni eravamo sfollati.
Naturalmente sia gli inglesi, ma principalmente gli americani cercavano di risparmiare al massimo la vita dei loro conterranei e quindi le prime truppe d'assalto o di avanscoperta erano per lo più composte da gente di colore che, a piedi, accompagnava l'incedere lento dei mezzi corazzati.
Ricordo quei giganteschi carri che maciullavano con i loro cingoli le già malconce stradine. La gente, un po' intimorita da quei veicoli li festeggiava, lieta sì per la fine della guerra, ma anche attonita nel vedere quei militari dall'aspetto e dalla fisionomia così inconsuete. Solo i partigiani, veri o falsi che fossero perchè molti contadini solo quella mattina si erano legati uno straccetto rosso intorno al collo, gridavano e applaudivano a gran voce.
Ma il mio ricordo più vivo è quello del pane che, pochi giorni dopo, comparve in quantità dal fornaio: il pane BIANCO! Era da tempo immemorabile che non si vedeva più. Eravamo ormai abituati da moltissimo tempo a scarse razioni di pane nero la cui composizione resta tuttora un mistero.
Crusca, segale, ceci... non so cos'altro ci fosse dentro, si parlava anche di polvere di marmo... sicuramente era un pane schifoso. Ma il pane bianco, ah quel primo panino bianco appena sfornato... che sapore! Più gustoso e fragrante di qualsiasi dolce.
Ero io che, benchè piccolino, andavo a fare diverse spese e ricordo che comprai UN CHILO, mio Dio, un'intero chilo di quei panini caldi e soffici e non seppi resistere alla tentazione di addentarne e divorarne uno. Che sapore! Un sapore che non ho mai dimenticato.

4 commenti:

MasterMax ha detto...

Mio padre era sfollato a Mazzara del Vallo e una volta mi raccontò dell'arrivo degli americani, che in Italia entrarono proprio da lì. Anche lui non ha mai dimenticato il gusto della prima carne dopo tempo contenuta nelle scatolette lanciate dagli americani.

Sergio ha detto...

Ciao Max. E' vero, gli americani avevano tutto in scatola: carne, latte in polvere, cioccolata, legumi e persino... le sigarette! Ricordo ancora quelle scatole di metallo verde scuro ed alcune avevano dei coperchi a pressione. Per noi rappresentavano la ricchezza perchè non avevamo più nulla.

giraffa.c ha detto...

Ciao Sergio, chissà quanto era buono quel pane! Mia nonna mi racconta che durante la guerra, sua mamma preparava il caffè con le ghiande..poi, con l'arrivo degli americani le cose cambiarono, almeno dal punto di vista alimentare:-)

Bruja ha detto...

Che bel post Sergio...mi hai fatto tornare in mente i racconti dei miei genitori...e il brillare dei loro occhi...è tenero questo post...:-)