Origine e fine dei Cavalieri Templari - 6° puntata: Il processo (segue)
Il Processo – parte seconda
La commissione decise una volta per tutte anche di fare chiarezza sul presunto idolo Bafomet. Le Commende Templari erano state passate a pettine, ma l’unica statuetta trovata non tipicamente Cristiana fu un volto di donna in argento, con dentro delle ossa, senza dubbio un reliquario. Quindi l’uomo barbuto da dove lo potevano far uscire? Di sicuro non avevano trovato nessuna statuetta o affresco eretico, altrimenti Nogaret non si sarebbe fatto sfuggire una simile prova per incastrare l’Ordine, visto che era questo il suo scopo. Il fatto che fu presentata al processo soltanto la testa di una donna in argento la dice lunga sullo straccio di prove che stavano portando. Sembrerebbe molto più verosimile identificare questo famoso capo barbuto con il volto dell’Uomo della Sindone ora conservata a Torino e che i Templari quasi sicuramente trasportarono dall’Oriente e custodirono in occidente: prima in Inghilterra e successivamente in Francia. Comunque, proprio ora che il Processo sembrava volgere a favore dei Templari, morì uno dei Vescovi della Corte.
Non si aspettò molto a sostituirlo: il fratello di uno dei Ministri di Filippo il Bello era Vescovo della vicina Cambrai, un tale Enguerrand de Marigny. Il Papa sapeva benissimo che quell’uomo non poteva assumersi il peso di una circoscrizione ecclesiastica, ma lo nominò lo stesso, sempre perché sotto l’influsso del Re di Francia. Anche i professori della Sorbona si espressero contrari, 19 su 22 la ritenevano una scelta sbagliata, ma non servì a niente.Con la nomina di tale uomo i Templari avevano definitivamente perso. Il primo provvedimento di de Marigny fu la condanna al rogo di 54 Templari per aver ritrattato le loro precedenti dichiarazioni, vennero legati al palo e arsi senza pietà. Questo era più di un segnale, gli altri Templari dovevano essere intimoriti per eventuali future ritrattazioni. I Templari vennero così colpiti duramente nello spirito da una così ingiusta tortura psicologica, ora sapevano che chi avesse ancora difeso l’Ordine sarebbero finito bruciato vivo. Alcuni Templari ebbero comunque ancora la forza di reagire. Lo testimonia questa dichiarazione di Aymeri de Villiers-le-Duc, del 13 Maggio: "Possa venir subito inghiottito anima e corpo dall’inferno se mento! Certo, sottoposto ai supplizi della tortura ho ammesso alcune accuse, quando sono stato interrogato alla presenza degli uomini del Re. Ieri ho visto bruciare vivi cinquantaquattro miei confratelli. Ho troppa paura di venir condannato al rogo. Non reggerei la minaccia, cederei di nuovo, dinanzi a Voi o ad altri. Vi supplico, non rivelate alla gens du Roi quello che ora vi rivelo, ché non mi si condanni al rogo". Mentre diceva ciò s’inginocchiò davanti all’altare, spalancò le braccia e si percosse il petto. Questa deposizione quasi non ha bisogno di commenti, fa capire molto bene quello che provavano i Templari in quel momento…Il 18 Maggio ci fu la clamorosa fuga dell’avvocato dei Templari: Pietro di Bologna che aveva rinunciato alla difesa. L’astuto italiano, dopo il rogo dei 54 Templari, aveva capito che ormai era tutto inutile, il complotto contro i Templari era ormai irreversibile; la fuga fu l’unica soluzione.Comunque l’accusa riuscì ad accumulare una serie di prove sulla colpevolezza dell’Ordine da presentare al Concilio di Vienne .Il Papa allora ebbe l’idea, forse sotto consiglio di Nogaret, di SOSPENDERE l’Ordine per via amministrativa: Clemente come Papa ne aveva l’autorità.Un’affermazione del Papa (scritta) ci da le indicazioni importanti per capire questa sua decisione: "Se non si può abolire l’Ordine con una condanna, bisognerà allora sopprimerlo per via amministrativa, ché il nostro amato figlio, il Re di Francia, non ne abbia scandalo (ne scandalizatur carus filius noster rex Franciae)".Comunque, la prima seduta del Concilio ci fu il 16 Ottobre 1311 e a paragone di altri Concili del Medioevo i convenuti furono molto pochi, l’unico Re presente era Filippo. Vennero nominate due commissioni, invece della solita Assemblea Plenaria, a cui fu sottoposto tutto il materiale del processo e a cui si chiedeva di esprimere un giudizio chiaro… e alla svelta.La Bolla del Papa di presentazione al Concilio invitava anche tutti i Templari a presentarsi a Vienne per difendere l’OrdineSi presentarono a Vienne 7 Templari per difendere l’Ordine, dichiarandosi i rappresentanti di altri 2000 (a loro detta) che si nascondevano nei boschi vicini. Accusarono Filippo il Bello e dichiararono che era la sua avidità la vera rovina dei Templari. Il Papa li fece imprigionare e i poveretti finirono i loro giorni in carcere. Il Papa poi prese chiara posizione contro l’Ordine e chiamò i vari Commissari ad esprimere un parere, ma, attenzione, non in assemblea plenaria, ma singolarmente, nella sua residenza privata, forse per piegarli al suo volere… ma non ci riuscì, i Commissari chiedevano di nominare dei difensori dei Templari e chiedevano ancora tempo per far maggior chiarezza.Ma di tempo non ce ne era, il Papa quindi decise definitivamente di sopprimere l’Ordine amministrativamente (ex autoritate apostolica), così non sarebbe servita nessuna difesa. Il 3 Aprile 1312 fu resa pubblica la Bolla "Vox in excelso" ed il Papa pronunciò le cruciali parole:"In considerazione della cattiva reputazione che grava sui Templari, del sospetto e delle accuse che sussistono a loro carico; in considerazione della cerimonia segreta di ammissione in quest’Ordine, della condotta perversa e irreligiosa di molti suoi membri; in considerazione del giuramento di non rivelare nulla a proposito della cerimonia d’ammissione, e di non uscire dall’Ordine; in considerazione dello scandalo, ormai non più sanabile; in considerazione dell’eresia a cui sono esposte la Fede e le anime, dei terribili misfatti commessi da un gran numero di membri dell’Ordine; in considerazione del fatto che Santa Romana Chiesa soppresse in passato, per motivi ben più lievi altri celebrati Ordini, Noi, non contravvenendo alle regole della Cavalleria e non senza intima sofferenza, non in virtù d’una sentenza giudiziaria ma ex autoritate apostolica, sopprimiamo l’Ordine suddetto con tutte le sue istituzioni".
A questa Bolla ne fece subito seguito un’altra: "Ad providam Christi Vicarii" che concerneva la destinazione dei beni. Clemente assegnò ai Gerosolimitani le proprietà dell’Ordine dei Templari. L’unico che amministrò in modo degno le proprietà dei Templari fu il Re Diniz del Portogallo. Il 5 maggio 1319 fondò l’Ordine di Cristo, cui assegnò intatte tutte le proprietà dei Templari che fino ad allora amministrò decentemente. Comunque Clemente non poteva fondare un nuovo Ordine, anche perché Filippo, avido di potere e di denaro come era, avrebbe sicuramente chiesto di ricoprire la carica di Gran Maestro… già si faceva chiamare Vescovo di Francia.Le decisioni del Papa per i Templari furono: coloro che erano stati giudicati innocenti dovevano esser mantenuti con i beni dell’Ordine e potevano vivere nelle loro case o in monasteri, purché non troppi nella medesima casa; coloro che non si erano pentiti o i recidivi andavano severamente puniti e coloro che nonostante le torture continuavano a non confessare dovevano essere giudicati secondo il diritto canonico; i fuggiaschi dovevano presentarsi alle autorità entro un anno.Quindi l’Ordine fu soppresso, restava però il Processo ai singoli imputati di eresia e ai massimi esponenti dell’Ordine che continuavano a marcire in prigione. Lasciò, come al solito, emettere la sentenza ad una commissione che avrebbe dovuto fare le sue veci. Ci si riunì di nuovo a Parigi. La Commissione (presieduta da Marigny) rilesse nuovamente i capi d’accusa ai Cavalieri presenti che, erano quelli che coraggiosamente si erano presentati a Parigi per difendere l’Ordine. Questa volta non ci fu difesa, i Cavalieri vennero condannati al carcere a vita. In questo frangente Molay disse una frase storica:"Alla soglia della morte, dove anche la minima delle menzogne è fatale, confesso chiamando il cielo e la terra a testimoni, che ho commesso peccato gravissimo a danno mio e dei miei, e che mi sono reso colpevole della terribile morte, perché per salvarmi la vita e sfuggire ai troppi tormenti, e soprattutto allettato dalle parole lusinghiere del Re e del Papa, ho testimoniato contro me stesso e contro il mio Ordine. Ora invece, sebbene sappia quale destino mi attende, non voglio aggiungere altre menzogne a quelle già dette e, nel dichiarare che l’Ordine fu sempre ortodosso e mondo d’ogni macchia, rinuncio di buon grado alla vita".Con questo praticamente volle pagare a carissimo prezzo la sua "colpa" di aver riconosciuto inizialmente i capi d’accusa contro l’Ordine. Fu un Martire della verità. Rinunciò alla vita, pur di dire la verità! Geoffroy de Charnay ebbe il coraggio di seguire l’esempio del Gran Maestro e ritrattò insieme a lui. Filippo non aspettò un momento, il 18 Maggio pronunciò la sentenza di morte e lo stesso giorno gli alti dignitari dell’Ordine furono bruciati vivi sull’isolotto di Pont Neuf, sella Senna, alle spalle di Notre Dame. Per lo spettacolo si radunò una folla sterminata.Dai documenti che registrano le ultime parole del Gran Maestro si legge che l’ultima cosa che disse fu l’esortazione al boia di allentare un po’ le catene, per giungere le mani in preghiera. Non si deve credere quindi a chi dice che il Gran Maestro lanciò la maledizione su Filippo il Bello e Papa Clemente V !!! E’ una delle tante leggende nate dopo la soppressione dell’Ordine!!!Molay, da ottimo Cristiano, si guardava bene da non maledire nessuno e questa ipotetica maledizione carica d’odio mal si lega al fatto che chiese di allentare le catene per poter giungere la mani in preghiera.Molay non pensava alla vendetta in quel momento, ma soltanto alle sue colpe. Come ho detto dopo la morte del Gran Maestro sono nate molte leggende che di verità ne hanno ben poca, si dice per esempio che il mantello del Gran Maestro non venne consumato dalle fiamme durante il rogo.Sebbene non vi fosse stata alcuna convocazione del Re e del papa dinanzi al tribunale di Dio da parte del Gran Maestro sta di fatto che Papa Clemente morì quattro settimane dopo e Filippo lo seguì lo stesso autunno. Lo stesso Marigny fu impiccato il 30 aprile 1315. Per questo il popolo vide in quegli accadimenti la mano vendicatrice di Dio. Anche perché era chiaro a tutti che il Processo era stato una farsa e che la soppressione dell’Ordine era dovuta soltanto all’avidità del Re. Una domanda a questo punto sorge spontanea: come mai nessun Ordine Cavalleresco levò la propria voce a favore dei Templari? Perché i Gerosolimitani e i Cavalieri Teutonici restarono in silenzio? Proprio questi ultimi avrebbero dovuto esercitare un notevole influsso, anche perché avevano la loro sede centrale in Germania, sotto la protezione del Re tedesco e soprattutto lontano da Filippo che non sarebbe stato in grado di recare danno al potente Ordine.Fondamentalmente Templari e Teutonici non avevano mai avuto relazioni amichevoli, i primi rimproveravano i secondi di aver copiato loro sia lo stemma ,sia la divisa (bianca per entrambi), sia la Regola che era molto simile. Furono in opposizione anche per motivi politici, in quanto nella guerra tra impero e papato i Teutonici appoggiarono gli "Hohenstaufen", mentre i Templari patteggiarono per i guelfi. Inoltre il Gran Maestro dei Teutonici fu un grande consigliere di Federico II che invece non era visto di buon occhio dai Templari, in quanto scomunicato dal Papa.Queste tensioni sfociarono in una vera e propria guerra nel 1241, i Templari ne uscirono vincitori e i Teutonici persero quasi tutti i loro possedimenti in TerraSanta. Una tale perdita, vista col senno di poi, non fu grave, anche perchè permise ai Teutonici di concentrarsi ad Oriente.Anche gli Ospitalieri non erano mai stati in buoni rapporti con i Templari e anche in questo caso ci furono vere e proprie guerre. I Gerosolimitani si mostrarono però in qualche modo cavallereschi, si dice che avrebbero cercato di prendere contatto con il Gran Maestro dei Templari Molay in prigione per cercare di aiutarli, ma Molay avrebbe loro sconsigliato di osare qualche azione di difesa dei Templari, in quanto era comunque tutto perduto.I Gerosolimitani sapevano bene però quale fosse la dedizione dei Templari verso il Signore, avevano combattuto fianco a fianco con loro in TerraSanta e sapevano con quale coraggio e determinazione combattevano l’eresia.Comunque con la soppressione dell’Ordine fu anche la Chiesa e soprattutto il papato a subire un grandissimo danno, Un Papa aveva sacrificato un Ordine all’avidità di un Re… si era ben lontani dalla grandezza che il papato aveva avuto nell’alto Medioevo, quando Roma aveva ancora il ruolo di arbitro assoluto tra i sovrani Cristiani. La Curia di Avignone era caduta ai piedi di Filippo il Bello, era un suo strumento.Il grande Innocenzo III e i suoi successori avevano considerato l’Ordine Templare come una sorta di esercito permanente della Chiesa, che poteva essere impiegato ovunque a favore della Santa Sede, e di esempi ce ne sono molti: nella Crociata contro gli albigesi i Templari si mostrarono fedeli servitori della Chiesa, ma anche in altre occasioni più difficili non mancarono di dare il loro supporto al Papato, per esempio contro Federico II che venne combattuto dai Templari in Italia tra le fila dell’esercito pontificio.E’ difficile calcolare l’entità dei danni religiosi e culturali causati dalla soppressione dell’Ordine; lo scandalo del processo, le confessioni dei Cavalieri, la debolezza del Papa, lo schieramento di un subdolo Re contro un Ordine secolare, minarono le basi della società stessa, gli alti ideali Medioevali come la cavalleria, il senso dell’onore, la disciplina, il valore, la cortesia, la religiosità vennero messi in discussione.
Anche la Francia avrebbe tratto più vantaggi dalla sopravvivenza dell’Ordine che dalla sua soppressione.L’esempio è il Portogallo: i Cavalieri di Cristo che avevano ricevuto tutto il patrimonio dei Templari portoghesi contribuirono non poco allo sviluppo del Paese, con le loro navi e i loro ideali, contribuendo alla nascita di una potenza marinara mondiale. La Francia aveva nei suoi confini molte province dell’Ordine assai più potenti di quelle del Portogallo.Si potevano per esempio sfruttare i Templari per porre fine alle scorribande dei Saraceni che rovinavano i traffici francesi con l’oriente .Il Re di Francia avrebbe dovuto anche ricordarsi che i suoi antenati dovevano la vita ai Templari! San Luigi e tutti i suoi crociati che sopravvissero al massacro, caddero in mano ai musulmani che chiesero un riscatto… chi lo pagò?La Francia? No, i Templari! Anche Luigi VII ed il suo esercito furono aiutati dai Templari, che li guidarono nelle zone impervie, inospitali, dove non conoscendo i sentieri giusti si poteva morire di sete, tornò molto utile l’esperienza dei Templari in fatto di guerriglia con i musulmani.Filippo ed i suoi ministri si ingannavano quando pensavano che il Tempio valesse più della lealtà dell’Ordine!!! Il loro amore per la patria d’origine si riconosceva in ogni loro azione. Parlando molto meschinamente la Francia poteva sfruttare i Templari in modo molto più proficuo, come fecero i Re tedeschi con i Cavalieri Teutonici.Alla luce di tutto questo si può ragionevolmente pensare che la Chiesa abbia il dovere morale di rivedere il processo e di riabilitare i Templari. Il processo si svolse contro una miriade di norme di diritto canonico e civile, i Templari vennero trattati in modo disumano, le loro confessioni furono estorte con modi e mezzi violentissimi… Era ed è fin troppo chiaro che l’Ordine era innocente.Una revisione è tutt’altro che impossibile.L’incontro con Nogaret segna irrimediabilmente il destino del glorioso Ordine del Tempio. È probabile che il consigliere del re abbia maturato, insieme al re stesso, la consapevolezza di poter saccheggiare impunemente l’Ordine.Se poi il saccheggio, quindi l’arricchimento, fosse stato accompaganto dall’annientamento dell’Ordine, il risultato sarebbe stato ancora migliore. Non si deve dimenticare che l’Ordine rappresentava, ormai, una forma di potere socio-economico rilevante, la prima multinazionale della storia. Inoltre l’oblio dell’ideale crociato insieme al ritiro dalla Terrasanta, faceva temere i principi Europei, che detenevano la maggiore ricchezza.Se lo sviluppo dell’Ordine era stato così ben organizzato quando l’Ordine doveva occuparsi della gestione militare dei suoi Cavalieri in Terrasanta, dovendo investire una quantità di risorse incredibili nell’approvvigionamento e nel mantenimento dei Cavalieri, dei loro scudieri e dei cavalli stessi, nonché nella costruzione di Castelli e roccaforti in una regione così lontana ed ostile, cosa avrebbe potuto fare quando tutte queste risorse, sia economiche che organizzative, non sarebbe più state spese?Chi detiene il potere non vede di buon occhio le novità. In particolare in un periodo storico come quello medievale. La realtà dell’Ordine monastico-militare era fuori da ogni schema, era stata “inventa” da un grande come Bernardo da Chiaravalle, e l’Ordine era fedele solo alla Chiesa. La stessa Chiesa che non è stata in grado di difenderlo.Dopo l’arresto fu presentata ai Templari una lunga lista di misfatti che da tempo sarebbero stati abituali nell’Ordine. L’imputato doveva sottoscrivere il documento di colpevolezza, in questo caso sarebbe stato perdonato. Inoltre avrebbe potuto godere di una rendita a vita.Chi invece avesse negato le accuse sarebbe stato torturato fino alla confessione o alla morte. Ovviamente molti cedettero alle torture sottoscrivendo l’atto di accusa. Altri non ressero all’infamia e si suicidarono (lo fecero almeno in dodici). Le condizioni in cui vennero a trovarsi i Templari arrestati furono terribili. Molto severe, oltre che completamente senza difesa. I Templari dovevano essere tenuti isolati per intere settimane. La tortura a cui furono sottoposti gli accusati fu di una crudeltà che parve spaventosa anche agli stessi uomini del Medioevo. La ferocia fu tale che molti morirono prima di poter confessare. Un trattamento atroce documentato da una vittima sopravvissuta fu quello di sfregare i piedi dell’imputato con del grasso e porlo davanti al fuoco: l’accusato perse parecchie ossa dei piedi, che potè esibire come prova in una successiva fase del processo. Ma non furono solo le torture fisiche che permisero agli aguzzini di estorcere le confessioni. I Templari erano soldati durissimi preparati a resistere nelle prigioni musulmane e sfidare quotidianamente la morte in battaglia. Ciò che contribuì al cedimento dei cavalieri fu il completo rovesciamento del loro sistema spirituale e sociale, perpetuato attraverso il completo isolamento fisico ed informativo
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