domenica 14 ottobre 2007

Pedofilia, psicosi ed isteria


Diversi anni addietro facemmo una simpatica gita, in comitiva, a Vietri sul Mare.

Il tempo era splendido e il mare, calmissimo, si frangeva in piccole onde sulla battigia. Seduti sulla spiaggia a prendere il sole c’era una giovane coppia di inglesi con la loro bambina di cinque o sei anni.
Era una bimba deliziosa, bionda, e bella come sanno essere le inglesi quando sono belle. Mi sono ricordato di lei vedendo le foto di quella graziosa creatura scomparsa in Portogallo.
Mi si avvicinò sorridendo invitandomi a giocare. Mi sedetti sulla sabbia, vicino a lei e le raccontai una breve favola. Ma la piccola non si accontentava “tell me another story” Raccontami un’altra favola, mi sollecitava. Ed io continuai. E poi un’altra, e poi un’altra ancora.

Alla fine ero distrutto sia per carenza di favole da raccontare, sia perché il mio inglese non era particolarmente fluente e dovevo sforzarmi per trovare le parole adatte. Presi quindi per mano la bimba e la riaccompagnai dai suoi genitori che erano abbastanza distanti e che mi ringraziarono con un caldo sorriso.
Sono passati diversi anni da allora, ma non moltissimi. Tuttavia com’è tristemente cambiato il mondo. Oggi una semplice e gentile vicenda del genere non potrebbe accadere. Giorni or sono passavo per un giardino pubblico dove c’è anche un parco giochi per bimbi.

Un bambino, seduto su di un’altalena, chiamava la mamma, seduta su di una panchina, perché lo spingesse. La mamma continuava, indifferente, a leggere una rivista.

Un simpatico vecchietto, commosso, si avvicinò all’altalena e cominciò a spingerla dolcemente. Immediatamente la madre, scura in viso, si avvicinò all’altalena e strappò il figlio dal sedile e, allontanandosi, fulminò il vecchietto con uno sguardo corrucciato e astioso.

Ed io pensavo quanto sia triste quest’epoca in cui il nonnetto che aspetta il nipotino fuori dalla scuola viene guardato con sospetto e diffidenza. Un epoca in cui nessun adulto ragionevole neppure lontanamente si sogna di fare una carezza ad un bimbo. Ma che cosa ci è successo? Ricordo con angoscia episodi di pochi anni fa in cui due anziani coniugi si suicidarono per essere stati ingiustamente accusati di aver molestato il nipotino.

Ricordo di un professore che, dopo aver portato la figlioletta all’ospedale, venne arrestato perché medici incompetenti lo accusarono di aver violentato la bimba. Solo molto tempo dopo, quando la vita di quel pover’ uomo era ormai distrutta, si scoprì, da esami successivi, che la piccola aveva un tumore all’ano.
Io, come molti sanno, non sopporto e combatto la pedofilia. Ma oggi si sta esagerando con la cultura del sospetto, con una psicosi che sta devastando e disumanizzando le nostre abitudini.
Sul giornale “Avvenire” del 12 agosto ho trovato il seguente articolo:


Dal Nostro Inviato A Dublino Andrea Galli
C'è chi ha citato in questi giorni l'Irlanda come esempio di Paese europeo che ha affrontato il problema degli abusi sessuali commessi da sacerdoti o religiosi. Un'occhiata a quello che è successo nell'Isola di smeraldo, dopo che l'orgia di accuse durata una decina d'anni si va ormai placando, può effettivamente insegnare qualcosa.Il 7 giugno scorso, Paul Anderson, 34 anni, è stato condannato a quattro anni di carcere per avere accusato Padre X, un sacerdote dell'arcidiocesi di Dublino rimasto anonimo, di aver abusato sessualmente di lui 25 anni fa, durante la preparazione alla prima comunione.

Il giudice Patricia Ryan ha spiegato nella lettura della sentenza come Anderson, personaggio segnato da tossicodipendenza, tendenze suicide e debiti personali, avesse costruito racconti infamanti contro Padre X per un fine molto semplice: estorcere quattrini alla Chiesa. «Avrei preferito che mi sparassero in testa, piuttosto che costringere me e la mia famiglia a vivere le sofferenze che abbiamo vissuto», ha detto Padre X, in una testimonianza finale davanti alla corte. Il sacerdote non ha risparmiato parole taglienti nei confronti dell'Arcidiocesi, che in nome di una malintesa "tolleranza zero" l'aveva costretto ad abbandonare immediatamente qualsiasi attività pastorale, senza aspettare gli accertamenti giudiziari, costringendolo a quattro anni di isolamento gravati dalla vergogna e dal pubblico sospetto: «una reazione da Baia di Guantanamo».

Ha voluto ringraziare solamente alcuni agenti di polizia, che con le loro indagini accurate hanno smontato una a una le accuse - «mi hanno restituito la vita» - , ha parlato di una sua maggiore comprensione della Passione di Gesù Cristo, primo sacerdote a essere condannato fra gli sputi e gli oltraggi della folla, e, perdonando Anderson, ha chiesto per lui un gesto di clemenza. La storia è parsa talmente eclatante che anche la "grande" stampa dal piglio anticlericale, Irish Times in testa, non ha potuto non dare i l debito spazio alla vicenda e chiedersi se qualcuno non si sia lasciato prendere la mano sulla questione dei "preti pedofili".

Joe Duffy, popolare conduttore della nazionale RTE Radio 1 e giornalista solitamente acido nei confronti della Chiesa, il 28 giugno ha dedicato un'ora e un quarto di trasmissione alle storie di religiosi falsamente accusati di abusi sessuali, distrutti nell'onore e poi discolpati nell'indifferenza generale. Con una serie di testimonianze strazianti.

A finire nel mirino degli intervenuti in trasmissione, come giorni prima nelle riflessioni amare di alcuni giornali, è stata anche One in Four, l'associazione a sostegno alle vittime di abusi sessuali fondata e diretta da Colm O'Gorman, il militante omosessuale ed esponente politico dei Progressive Democrats, noto anche in Italia per aver partecipato alla puntata di Annozero, Rai 2, su Chiesa e pedofilia.

One in Four, che già in passato era stata accusata da più parti di alimentare la caccia alle streghe, negando il problema enorme delle false accuse e delle speculazioni ai danni della Chiesa, è stata colei che aveva assistito e sostenuto lo stesso Anderson nel suo sporgere denuncia. L'episodio non ha certo giovato alla già scarsa popolarità di O'Gorman, il quale, bocciato alle elezioni di aprile per la Camera dei deputati, non è stato confermato a luglio dal Primo ministro Bertie Ahern nella carica di senatore (carica che in Irlanda è, appunto, di nomina governativa).

Nel frattempo un'altra notizia è passata un po' più in sordina. Pochi giorni dopo la sentenza contro Anderson, le tre persone che avevano intentato una causa civile contro padre John Kinsella, uno dei sacerdoti finiti nel tritacarne dello scandalo della diocesi di Ferns - scandalo fatto scoppiare sempre da Colm O'Gorman e al centro del documentario della BBC proiettato nella puntata di Annozero - hanno pensato bene di ritirare le loro denunce.

Anche Padre Kinsella si era proclamato fin dall'inizio totalmente innocente.C'è, poi, un caso ancora più recente. Il 19 luglio, a Galway, Petre Zsiga, rumeno, è stato condannato a quattro anni di carcere per estorsione, mentre la moglie irlandese ha ottenuto una sospensione della pena. Costei, entrata in contatto con padre Brendan Lawless, parroco di Portumna, era riuscita a farsi mostrare la canonica e a filmare di nascosto il sacerdote che le mostrava l'abitazione, tra cui la camera da letto. Dopo aver offerto prestazioni sessuali a padre Lawless, debitamente respinte, gli aveva chiesto 14.500 euro, sotto la minaccia di dare alla stampa sia una parte del video che un racconto di molestie sessuali. Il prete, atterrito, aveva pagato. Ma la donna era tornata alla carica sei mesi dopo.

Da lì la denuncia, l'arresto dei due, marito e moglie, il processo e la condanna.

Queste storie degli ultimi due mesi rendono l'idea di come un certo clima in Irlanda stia cambiando. Dopo più di dieci anni di accuse contro sacerdoti, religiosi, suore ecc., il fenomeno comincia a essere visto anche dall'opinione pubblica nella sua dimensione autentica. Che non è quella di un clero sempre senza macchie e attaccato da una legione di assoluti falsari. È piuttosto quella di un cortocircuito generatosi nel tempo, dove casi relativamente poco numerosi di abusi commessi da uomini di Chiesa sono stati enfatizzati e alla fine strumentalizzati per una campagna di denigrazione contro la Chiesa stessa. Campagna che ha dato la stura a ogni tipo di speculazione, falsità, vendetta anche per futili motivi.

Nel 2002 il Governo irlandese, sotto la pressione di una campagna mediatica martellante, ha dato vita al Residential Institutions Redress Board, una commissione incaricata di offrire un risarcimento a tutti coloro che avessero subito abusi in una serie di scuole statali appaltate a ordini religiosi ed entrate nell'occhio del ciclone. In pratica le cosiddette industrial schools e altri istituti simili che avevano ospitato, dalla fine dell'800 agli anni '70, orfani e figli di famiglie disastrate. Nessuna seria prova era richiesta (era, perché la possibilità di fare appello è terminata nel 2005), bastava una testimonianza verosimile. Il risultato non era difficile da prevedere.

Circa 14mila sono le denunce arrivate, di cui solo lo 0,4% è stato respinto. Lo Stato, che deve ancora finire di pagare tutti, si calcola che alla fine avrà di gran lunga superato il miliardo di euro negli esborsi. Immancabili gli "inciuci" del sistema. Pochi giorni fa è nata una polemica quando si è saputo che il Redress Board ha versato 83,5 milioni di euro agli studi legali che avevano assistito i denuncianti, alcuni dei quali messisi dal 2002 in cerca di ex alunni delle industrial schools finiti anche in Nuova Zelanda, Canada o Stati Uniti, per far conoscere loro l'interessante proposta statale.Nel mentre un ordine tra i più meritori nella storia dell'Irlanda moderna, la Congregazione dei Fratelli Cristiani, a cui furono affidate molte delle scuole infamate, ha visto il 90% dei suoi membri toccati da almeno un'accusa di abusi sessuali.

Religiosi, spesso molto anziani, che dopo una vita di generosità e di servizio hanno incontrato la vergogna più atroce. Un destino che non è stato riservato solo ai "soldati semplici": dal 1994 a oggi sei vescovi (per avere una proporzione, in Irlanda le diocesi sono 26) hanno visto il proprio nome infangato con storie di abusi sessuali poi finite in una bolla di sapone.

«Non ci stancheremo di lottare contro queste ingiustizie» dice oggi Florence Horsman Hogan, fondatrice di Let Our Voice Emerge, una delle associazioni che si sono battute contro l'isteria collettiva ai danni della Chiesa Cattolica. Florence, un'infermiera protestante, figlia di una madre schizofrenica e di un padre alcolizzato, è stata cresciuta in una delle industrial schools dirette dalle Sisters of Mercy. Non ha mai dimenticato la carità cristiana che gli ha permesso di farsi una vita, e nel 2002 ha deci so di offrirsi come portavoce delle vittime innocenti di false accuse, soprattutto sacerdoti e suore.

A spingerla a nell'arena pubblica è stato però un altro motivo: il racconto di vere vittime di abusi, che si sono sentite strumentalizzate e oltraggiate nel trovarsi a fianco un esercito di truffatori, piccoli balordi e anticlericali ossessivi.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Sergio, innanzitutto ti ringrazio per il tuo commento, sono andata sull'etichetta "religione" e ho letto il tuo post di settembre dedicato a Esidra,io non ne sapevo niente,ora capisco perchè la nostra amica è davvero sfinita oramai.
Chi non lo sarebbe?Lei è sensitiva,e lo credo senza alcun dubbio,ma del resto è anche un essere umano,come potrebbe non star male per le cattiverie che le rivolgono contro?
Hai notato che proprio quelle persone che difendono tanto i dogmi della Chiesa Cattolica,si rivelano le più intolleranti in assoluto?Fanno finta di difendere il nostro Creatore e poi si comportano peggio degli integralisti della santa inquisizione spagnola?
E la cosa grave è che nemmeno si rendono conto dell'ipocrisia che trapela da ogni loro parola,
che spacciano per innocente. Nemmeno sanno assumersi la responsabilità della propria insana maleducazione.
Sono senza parole, e comunque sono d'accordo con te, la nostra amica ha bisogno di riposo, è giusto che se ne stia serena per un po',
noi possiamo solo farle sapere che le siamo vicini.
Grazie Sergio, e buona Domenica.

ps.riguardo al tuo post,
pensa che mio padre ormai ha persino paura a fare una carezza sul viso ad un bimbo, ormai c'è una sorta di fobia collettiva, ed è un vero peccato, perchè non esiste niente di più bello che poter manifestare liberamente l'affetto per un bambino. Ma ormai hanno inquinato anche quello, e chi ci passa di mezzo sono sempre le brave persone.

Kniendich ha detto...

I tempi sono cambiati, come hai detto giustamente, la Chiesa pure.. anzi oserei dire che non è del tutto cambiata, anzi per niente .. solo che oggi s'è più trasparenza, grazie anche alla smania smoderata dei giornalisti che pur di pubblicare uno scoop si inventerebbero di sana pianta intere storie, tipo quella del supermercato per intenderci...quella che vedeva un vecchietto sfinito dalla fame rubare un pacco di pasta in un negozietto di periferia, interamente inventata dallo stesso autore..

E' vero ci sono i truffatori e gli speculatori... ma quì stiamo parlando di PEDOFILIA, stiamo parlando dell'orco cattivo delle fiabe infantili che si materializza e prende le sembianze di preti, nonni, maestre, genitori e di tutte quelle figure che invece, dovrebbero dare estrema fiducia alle creature....

L'essere subdolo del problema stesso, ha giustamente innescato una politica di sospetto verso ogni tipo di figura umana e verso ogni tipo di esternazione affettuosa fatta ai bambini ed è giusto così, la guardia deve restare altissima, e una carezza può già essere sintomo di una morbosità ancora inespressa... meglio, insomma, prevenire, non credi? In questo infimo problema, è giusto guardarsi a vicenda, sensibilizzare fino all'inverosimile il controllo fino ad avere paura del semplice passante che ci osserva, ci scruta ci controlla... i bambini sono la cosa più bella, sono il nostro futuro, e vanno atrocemente puniti coloro i quali pensano soltanto di commettere atti assurdi contro di loro; alcune vite sono rovinate per nulla? Beh questa è la conseguenza di quanto fino ad oggi si è sentito... che serva di lezione per tutti coloro i quali piuttosto che tagliarsi i cogl.... preferiscono adescare angeli che da grandi potrebbero trasformarsi in orchi a loro volta...

Lasciamo in pace i bambini....

Sergio ha detto...

x Kniendich. Sono d'accordo con te al 99%. Sappi che insieme ad altri amici blogger siamo riusciti anche a far chiudere un blog pedofilo del sud america. Massima attenzione quindi e massimo impegno, ma opponiamoci ad ogni forma di isteria.

Anonimo ha detto...

Caro Sergio, in effetti è vero.. il problema è serio e andrebbe affrontato con serietà. Io talvolta mi scopro ad esser pessimista e mi dispiaccio, ma resto della convinzione che la mente umana sia razionale se presa sigolarmente. Una massa non riesce a seguire le regole della razionalità. Lo diceva Manzoni, lo diceva Freud e avevano ragione tutti e due. Nel gruppo le paure si amplificano, i meccanismi di idealizzazione e svalutazione vanno a ritmo vertiginoso e il nemico si crea e si distrugge alla velocità del fulmine. Un gruppo di persone ragiona secondo regole simili ma non uguali a quelle dei singoli presi a sè. Una massa è ancor peggio di un gruppo e non pensa proprio, si limita ad urlare. La pedofilia è un tema importante, tante volte ne abbiamo discusso insieme. E' importante vigilare, è importante denunciare ciò che non ci sembra strano, ma è ugualmente importante non urlare continuamente contro orchi cattivi. Anche perchè urlare sempre è come non urlare mai e finisci come la storia di "al lupo al lupo". Certo tutto sarebbe più semplice se non ci fossero poi giornali e programmi tv indecenti che godono nel cavalcare l'onda della cronaca nera, tipo "Studio Aperto".

Anonimo ha detto...

Poco fa ho scritto "è importante denunciare ciò che non ci sembra strano, ma è ugualmente importante non urlare continuamente contro orchi cattivi". Naturalmente ho sbagliato.. volevo dire "è importante denunciare ciò che ci sembra strano". Sorry.

Anonimo ha detto...

Baci Sergio, giàcommentato il tuo merveilleux post su tiscali.
Kiss

Anonimo ha detto...

Buona domenica pure a te e anche buon lunedì, serge.

Anonimo ha detto...

Caro Sergio
proprio lo scorso venerdì, essendo a casa per via di una molesta forma influenzale, ho incrociato la donna che viene la mattina a fare le pulizie e, sapendo che aveva programmato con la famiglia una gita natalizia a Venezia, le ho chiesto se avessero prenotato l'albergo. A questo punto la poveretta è scoppiata in lacrime e mi ha detto che il tutto era andato a monte perchè la psichiatra del servizio sanitario che aveva in cura la figlia aveva giudicato aggravata la situazione e ne consigliava il ricovero in una struttura di recupero. Ti chiederai: che c'entra con la pedofilia? Direttamente nulla. Però c'entra qualcosa con le psicosi collettive.
La ragazza in questione ha sempre avuto un leggero ritardo mentale per il quale aveva avuto insegnanti di sostegno nelle scuole medie da lei frequentate però (lo dico con cognizione di causa perchè la conosco da quando è nata) si trattava di una modesta deficienza, nulla che potesse comprometterne l'autonomia. Ora accadde che la suddetta per molti anni venisse lasciata per lo più in compagnia della nonna, vecchia e malata, che conviveva con loro. Questa anziana signora, un po' per paura di restare sola e molto perchè terrorizzata dai continui racconti di violenza dei vari telegiornali (sempre infarciti di truculenti resoconti sull'immoralità della società, dei vecchi, dei giovani, dei preti, degli insegnanti ecc. ecc.) continuamente raccomandava alla nipote di non muoversi di casa perchè fuori il mondo era brutto ed ostile e solo lei le poteva offrire protezione.
Un bel giorno la vecchia nonna morì.
Da allora questa ragazza ha cominciato a soffrire di attacchi di panico se veniva lasciata sola in casa, non è mai riuscita ad integrarsi in un gruppo di lavoro (le era stata trovata una sistemazione in una cooperativa di ragazzi handicappati molto ben organizzata) ed infine ha cominciato a regredire verso una forma patologica di infantilismo. Mi sorge una domanda: quali potranno essere le conseguenze di questa guardia troppo alzata in difesa della nostra gioventù? Non stiamo generando una posizione antisociale nelle menti meno forti mettendo in dubbio la fiducia che io credo giusto riporre anche nelle persone più care ed oneste? L'ho già scritto un'altra volta ma credo giusto ribadirlo: recuperiamo la socialità, la vita familiare e quella con gli amici. Ai figli è meglio parlar chiaro piuttosto che suscitare paure fumose ed inconsulte che escludono chiunque dalla loro vita e dalle loro esperienze.
Ricordo che anch'io sono padre e considero una vittoria personale essere riuscito a rassicurare mio figlio, quando era bambino ed era angosciato dalle paure di una vicina di casa (peraltro una cara persona) sempre timorosa (aveva un figlio coetaneo al mio che frequentava la stessa scuola)di incontri con omosessuali e pedofili. Suo figlio ha abbandonato gli studi e sta andando in seminario per farsi prete, mi auguro per lui ghe sia veramente una chiamata del Signore.
Julien

Gilesteta ha detto...

vero, è una psicosi collettiva. La diffidenza verso il prossimo è al suo parossismo

Anonimo ha detto...

ma com'è che ti avevo lasciato un commento lungo come un romanzo e non c'è più... sergio mi sa che a volte i miei commenti si perdono pewr l'etere...

Anonimo ha detto...

Ti ho girato un meme.. ti prego non odiarmi :-)

Sergio Montis ha detto...

Ciao Sergio, ti ringrazio per essere passato ed aver lasciato un commento sul mio blog. Io non avevo mai visitato il tuo, che trovo molto molto interessante. Avrò sicuramente modo di ripassare con calma a leggerti. Comunque ancora complimenti e grazie.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Riscrivo qui tutto il commento che ho lasciato sul tuo blog di tiscali????
Nooooo.
Riporto solo il bacio!

Anonimo ha detto...

Sergiuzzo ho aperto un ristorantino nel blog, mi serve una bella ricetta napulitana..tu sei buongustaio mi fido di te