Il gigante buono
Non ricordo bene quale anno fosse, forse il 1941. Abitavamo a Padova, nella mansarda di uno dei tre grandi palazzi che si affacciavano su una bella piazza, ora semidistrutta perché divenuta parcheggio di automobili. Si chiamava Piazza Spalato, poi dopo la guerra prese il nome di Piazza Insurrezione.
Come si chiamerà ora? Non lo so più.
Mio padre e mia madre si concedevano pochi lussi: talvolta andavamo al cinema “Corso” che si trovava oltre il ponte che attraversa il fiume Bacchiglione, nei pressi della stazione ferroviaria.
Anche in quell’epoca si facevano documentari pubblicitari, ne ricordo uno : in un cartone animato c’era un tizio, forse una guardia, che inseguiva un altro che fuggiva. Questi attraversava i binari di una ferrovia e l’inseguitore era bloccato da un treno. Aspetta, aspetta e aspetta, l’inseguitore si chiedeva: - ma quando finisce questo treno? – e una voce fuori campo diceva con voce profonda: - questo è un treno Arrigoni (mi pare fosse una marca di confetture), e questo è il treno che non finisce mai!-.
Non ricordo molto dei film visti, solo uno m’è rimasto impresso nella memoria; era “La cena delle beffe” con Clara Calamai. Mi indignò ed impressionò la scena in cui il perfido Osvaldo Valenti stracciava il corsetto della donna che restava con il seno nudo. Credo fosse la prima scena di nudo del cinema italiano e mi chiedo ancora come a me, così piccolo, abbiano permesso di entrare a vedere un film che probabilmente era vietato ai minori.
Altre volte, specialmente d’estate, andavamo al Gran Caffè Pedrocchi.
Era, probabilmente, il più bello e il più antico caffè di Padova, di stile neoclassico, ricco di colonnati di stucchi e di quadri. Quella volta mio padre mi portò in una delle sale interne per mostrarmi che, conficcata nella parete, c’era una pallottola sparata da un austriaco ad un patriota padovano durante i moti risorgimentali del 1848.
Poi, insieme con mamma ci sedemmo ad un tavolino all’aperto, nella piazzetta che faceva parte del Caffè. C’era molta gente ed un orchestrina che suonava. Mia madre ordinò, come di consueto, un bicchierino di Strega per lei ed una bibita con le amarene per me.
Ad una tratto cessò il brusio della gente e tutti si girarono a guardare la coppia che entrava tra i tavolini. Mio padre mormorò: - è Carnera, è Primo Carnera!-.
Io alzai il capo per guardare, stupefatto, quella montagna umana. Al suo fianco la moglie, Pina Kovacic, che pur essendo altissima appariva minuta in confronto con quel gigante.
Tutti si alzarono in piedi ed applaudirono con un fragoroso battimani il grande atleta. L’orchestra smise di suonare e attaccò subito dopo la “marcia reale”.
Carnera, timido, bonario e confuso ringraziava sorridendo ed entrò lentamente nelle sale interne del caffè.
Quel gigante, alto 2 metri e 6 centimetri e pesante 125 chili, era nato tra le verdi montagne di Sequals, in provincia di Pordenone il 25 ottobre del 1906.
Emigrato dapprima in Francia, presso uno zio, e successivamente nel 1930 in America, aveva sostenuto decine di incontri di pugilato vincendoli tutti.
Il 26 giugno del 1933 sostenne, a New York, il più importante incontro della sua vita contro il campione del mondo dei pesi massimi: Jack Sharley.
C’era il titolo in palio, e Carnera lo vinse in sei riprese per K.O.
Osannato dal fascismo, che ne fece una propria icona, fu però continuamente derubato dai suoi corrotti managers che lo ridussero praticamente in miseria.
Dopo una lunga carriera, terminata con un triste declino, fece ritorno, stanco e malato ai suoi boschi natii ed alle sue montagne dove si spense, a soli 61 anni il 29 giugno del 1967.
Per tutta la sua vita fu un uomo onesto, sincero e di grande bontà. Non riusciva a mettere nei suoi incontri la cattiveria del pugile professionista e cercava sempre di non danneggiare l’avversario. Rimase sconvolto per la morte del pugile Ernie Schaaf morto dopo il match del 10 febbraio 1933 e se ne ritenne responsabile, senza sapere che Schaaf era un pugile ormai irreparabilmente compromesso dagli incontri tenuti precedentemente.
Per decenni, in Italia, Carnera fu osannato come non mai. Su di lui si scrissero fiumi di inchiostro, fece alcuni film, e divenne protagonista di numerose storie a fumetti per ragazzi.
Lo scorso anno è stato il centenario della sua nascita, passato praticamente sotto silenzio.
Oggi nessuno più si ricorda del gigante buono: Carnera, chi era costui?
Sic transit gloria mundi.
Come si chiamerà ora? Non lo so più.
Mio padre e mia madre si concedevano pochi lussi: talvolta andavamo al cinema “Corso” che si trovava oltre il ponte che attraversa il fiume Bacchiglione, nei pressi della stazione ferroviaria.
Anche in quell’epoca si facevano documentari pubblicitari, ne ricordo uno : in un cartone animato c’era un tizio, forse una guardia, che inseguiva un altro che fuggiva. Questi attraversava i binari di una ferrovia e l’inseguitore era bloccato da un treno. Aspetta, aspetta e aspetta, l’inseguitore si chiedeva: - ma quando finisce questo treno? – e una voce fuori campo diceva con voce profonda: - questo è un treno Arrigoni (mi pare fosse una marca di confetture), e questo è il treno che non finisce mai!-.
Non ricordo molto dei film visti, solo uno m’è rimasto impresso nella memoria; era “La cena delle beffe” con Clara Calamai. Mi indignò ed impressionò la scena in cui il perfido Osvaldo Valenti stracciava il corsetto della donna che restava con il seno nudo. Credo fosse la prima scena di nudo del cinema italiano e mi chiedo ancora come a me, così piccolo, abbiano permesso di entrare a vedere un film che probabilmente era vietato ai minori.
Altre volte, specialmente d’estate, andavamo al Gran Caffè Pedrocchi.
Era, probabilmente, il più bello e il più antico caffè di Padova, di stile neoclassico, ricco di colonnati di stucchi e di quadri. Quella volta mio padre mi portò in una delle sale interne per mostrarmi che, conficcata nella parete, c’era una pallottola sparata da un austriaco ad un patriota padovano durante i moti risorgimentali del 1848.
Poi, insieme con mamma ci sedemmo ad un tavolino all’aperto, nella piazzetta che faceva parte del Caffè. C’era molta gente ed un orchestrina che suonava. Mia madre ordinò, come di consueto, un bicchierino di Strega per lei ed una bibita con le amarene per me.
Ad una tratto cessò il brusio della gente e tutti si girarono a guardare la coppia che entrava tra i tavolini. Mio padre mormorò: - è Carnera, è Primo Carnera!-.
Io alzai il capo per guardare, stupefatto, quella montagna umana. Al suo fianco la moglie, Pina Kovacic, che pur essendo altissima appariva minuta in confronto con quel gigante.
Tutti si alzarono in piedi ed applaudirono con un fragoroso battimani il grande atleta. L’orchestra smise di suonare e attaccò subito dopo la “marcia reale”.
Carnera, timido, bonario e confuso ringraziava sorridendo ed entrò lentamente nelle sale interne del caffè.
Quel gigante, alto 2 metri e 6 centimetri e pesante 125 chili, era nato tra le verdi montagne di Sequals, in provincia di Pordenone il 25 ottobre del 1906.
Emigrato dapprima in Francia, presso uno zio, e successivamente nel 1930 in America, aveva sostenuto decine di incontri di pugilato vincendoli tutti.
Il 26 giugno del 1933 sostenne, a New York, il più importante incontro della sua vita contro il campione del mondo dei pesi massimi: Jack Sharley.
C’era il titolo in palio, e Carnera lo vinse in sei riprese per K.O.
Osannato dal fascismo, che ne fece una propria icona, fu però continuamente derubato dai suoi corrotti managers che lo ridussero praticamente in miseria.
Dopo una lunga carriera, terminata con un triste declino, fece ritorno, stanco e malato ai suoi boschi natii ed alle sue montagne dove si spense, a soli 61 anni il 29 giugno del 1967.
Per tutta la sua vita fu un uomo onesto, sincero e di grande bontà. Non riusciva a mettere nei suoi incontri la cattiveria del pugile professionista e cercava sempre di non danneggiare l’avversario. Rimase sconvolto per la morte del pugile Ernie Schaaf morto dopo il match del 10 febbraio 1933 e se ne ritenne responsabile, senza sapere che Schaaf era un pugile ormai irreparabilmente compromesso dagli incontri tenuti precedentemente.
Per decenni, in Italia, Carnera fu osannato come non mai. Su di lui si scrissero fiumi di inchiostro, fece alcuni film, e divenne protagonista di numerose storie a fumetti per ragazzi.
Lo scorso anno è stato il centenario della sua nascita, passato praticamente sotto silenzio.
Oggi nessuno più si ricorda del gigante buono: Carnera, chi era costui?
Sic transit gloria mundi.
La prima foto rappresenta mio padre insieme con me in Piazza Spalato.
La foto di Primo Carnera è stata tratta dal sito Biografieonline.it/
La foto del Caffè Pedrocchi è stata tratta dal sito Caffepedrocchi.it/
18 commenti:
esidra.blog.tiscali.it/
Ciao Sergio ce l'ho fatta e ti mando un grosso bacione, tornerò a trovarti...a presto!
Ho letto queste tue memorie. Belle. Il bicchierino di "strega" ed il "gigante buono" che agli occhi di un bambino doveva sembrare davvero grande grande. Molto suggestive anche le foto. A presto.
P.S. La nuova veste grafica del tuo blog, la trovo decisamente più gradevole e facilita la lettura.
...sei riusciuto nell'impresa? ..ti auguro una splendida giornata....
un abbraccio
Caro Sergio, non ho mai preteso di essere creduta, ma pensavo di poter porre le persone su piani diversi, almeno coloro che credevo più lucidi per comprendere, comunque se avevi bisogno di spiegazioni potevi rivolgerti a me, mi sembra più etico, ma forse anche tu preferisci le cartomanti ai miracolati.
Esidra
Ciò che mi ha dato fastidio è il fatto che hai "capito" la provenienza dei miei messaggi attraverso il blog di uno squinternato che ha al suo attivo solo provocazioni e non solo nei miei riguardi, ciò significa che non avevi colto il senso del mio blog e quindi mi chiedo quanti come te leggono distrattamente solo l'ultimo post e poi traggono conclusioni errate?
Non ho mai preteso di essere creduta, capisco che per una mente umana è difficile credere in un miracolo così grande, è anche vero però che se si trovano giuste le cose che scrivo ci si deve anche chiedere come possono arrivare da una fonte terrena cioè "Io" perchè per tanta fantasia che possa avere è chiaro che se mi si accolla il merito, mi si considera anche una persona eccezzionale, con una saggezza e conoscenza illimitata che spazia dalla medicina , alla scienza di qualunque genere, alle origini del cristianesimo, alla capacità di leggere nel cuore e nella mente delle altre persone, nonchè conoscere riti riservati a limitate cerchie, ho conoscenze statistiche aggiornatissime su ogni argomento, conosco la psiche, i meccanismi del corpo sconosciuti perfino ai medici, i segreti del clero, le cause delle malattie che gli scienziati studiano da secoli e non riescono s risolvere, ecc. ecc. non ti pare un pò troppo per una persona sola?
Francamente mi aspettavo un'analisi più approfondita e non solo da parte tua, ma da quanti sono convinti di essere persone razionali ed intelligenti.
Per quanto riguarda la cartomante era un modo di dire visto che le statistiche insegnano che sono le più gettonate per far conoscere il futuro individuale di ognuno e a quanto pare anche le più credibili!
Comunque tranquillo non ho intenzione di continuare ancora su questo andazzo, mi dedicherò come prima dell'apertura del blog, a seguire le persone a me vicine che hanno avuto modo di credere in me in diretta ed hanno ottenuto benefici incredibili da quella fonte sempre messa in discussione!
Esidra
Ciao Sergio, come vedi passo anche in questo tuo blog, ora ho fretta per leggere i tuoi post, ma l'ho messo tra i preferiti, cosi' questa sera ti leggero' con calma.
Vedo che hai anche una visita nota ad un mio carissimo amico, che mi parla spesso di lei, in quanto continua a cancellargli i commenti, non ho capito il perchè.
Dio dovrebbe dirle anche che non si fanno queste cose! e che ognuno deve vivere nel rispetto degli altri, rispettando la libertà di pensiero.
Scusa lo sfogo.
Ciao buon proseguimento di giornata
meg
Ho letto tutto d'un fiato con enorme piacere per diversi motivi.
Carnera è un nome che mi ha citato più volte un mio caro amico vicino di casa oggi molto anziano, quando ancora vivevo nell'alto vicentino.
Il caffè Pedrocchi mi fa venire in mente alcuni nomi celebri, per esempio D'Annunzio, peccato che oggi i caffè siano morti dal punto di vista della vitalità, eccetto forse le Giubbe Rosse di Firenze.
Terzo, ma non ultimo, un ritorno nostalgico verso le mie terre natie venete, oramai lontane nel tempo, ma vicine nel cuore.
Approfitto del tuo blog per dare spiegazione alla sig. meg, amica carissima del tipo di cui cancello i messaggi, per dirle che il suo amico è un gran maleducato e mi ha rivolto epiteti irripetibili, non so su quali basi, forse a lei non è capitato perchè ne condivide il linguaggio.
Non mi ha detto Dio di cancellarli, me lo ha suggerito la decenza.
Il suo amico farebbe meglio a pensare al suo di blog e partorire qualcosa di valido invece di vivere di luce riflessa degli altri e poi è così sterile di non avere da parlare altro he di me, mi sento pubblicizzata.
Scusa Sergio se mi sono sfogata, ma le persone dovrebbero informarsi prima di parlare e far partire il cervello!
Non ti disturberò più, contaci!
Bello il tuo ricordo. Ho visto La cena delle beffe anche se in epoca successiva. Veramente su Carnera tutti sono concordi nell'affermare la sua bontà e lealtà. Un uomo d'onore d'altri tempi. Devo dissentire sul fatto che oggi Carnera sia un Carneade qualunque. Le persone avvedute, anche giovani, sanno chi era questo grand'uomo. Gli altri no. Il mio blog principale rimane quello su tiscali. Ciao Sergio.
Sono arrivata qua per curiosità, ho iniziato a leggere pensando che sarei ritornata domani con un po' più di calma e meno stanchezza (sono rientrata oggi da un viaggio di lavoro), ma il racconto mi ha presa e sono andata avanti fino in fondo. E' veramente bello. Poi io adoro le autobiografie e i racconti di vita.
A presto.
assu
Caro Sergio, bello il tuo post, conosco la storia di Carnera, aveva la stazza ma non lo spirito del pugile, e poi non era certo "furbo", poveretto. Ho in testa qualche flash di ricordo, visto in tv, aveva una dentatura tutta scassata, se non sbaglio.
E poi... La Cena delle Beffe, col mitico Amedeo Nazzari, in un'interpretazione tanto inconsueta per lui, qui una figura di perdente, in fondo, e con finale tristissimo e beffardo. E sì, non sbagli, quella fu la prima scena di nudo in un film, in Italia. Peccato che la TV non passi più film che valgono la pena, e certi film non si trovano certo in DVD.
Che molte cose siano davvero destinate a perdersi nel dimenticatoio ?
Baci
PS- Hai ragione, non mi dò da fare per niente a trovare colleghi bloggers qui... e non mi va di attingere a Tiscali, perché è giusto che i lettori che avevo là rimangano fedeli all'altro blog, dato che non voglio abbandonarlo... spero di tornare a scriverci quanto prima.
Questo per sperimentare la grafica (una mia passione che ho solo la velleità di imparare, ma ancora sono in alto mare) è fantastico !
Però devo darmi da fare !
Ti sorrido.
Risposta per ASSU:
Grazie per il commento, purtroppo non posso ricambiare perchè il tuo sito è affetto da un virus, il Trojan win32
Cerca di liberartene prima che ti procuri seri guai.
Ciao.
Ti ringrazio per il commento e mi scuso ancora per lo sfogo, ma non sopporto proprio la maleducazione che quel tipo non mi ha risparmiato fin dal principio, vedere poi che si fa commiserare da altri senza però spiegare come stanno realmente le cose mi dà sui nervi sia la sua ipocrisia che la sprovvedutezza di chi lo sostiene senza documentarsi, non sanno nulla di me e come si possono permettere di giudicare?
Hanno solo confermato ciò che si può rilevare dai loro scritti: vuoto su tutti i fronti, i pocrisia e volontà di rivalsa su chi ha qualcosa di valido da dire, che ci credano o nò non è certo il giudizio di due sprovveduti a mettermi in crisi, anzi mi fanno una pubblicità gratuita che mi fa anche comodo, tanto chi viene da me può fare un confronto in ogni momento!
Un saluto.
Ciao, Sergio, sono Silvy. Il mio nickname può indurti in errore: sono un uomo. E' un diminutivo, poichè al lavoro tutti mi chiamano così, allora l'ho adottato come firma ai miei post. Ti ringrazio del passaggio nel mio blog e credo che da ciò vhe scrivo non risulti nè che sia uno squinternato, nè che sia maleducato. Da cristiano cattolico ho sempre rispettato il pensiero di tutti, ma le blasfemità mi danno veramente fastidio. In quale libro di storia è scritto che Gesù era sposato e aveva addirittura due figli? La vita di Gesù la conosciamo solo attraverso i vangeli dei quattro evangelisti e nessuno di loro parla di Gesù sposato con figli. Esistono i vangeli apocrifi, ma neanche lì si parla di Gesù con moglie e figli. Io per credere in Dio mi baso sulla ragione e Lui fin dal principio, per farsi conoscere ha usato gli uomini. Gesù stesso ha detto che nessuno ha mai visto Dio, ma chi vede Lui vede il Padre. Questo cosa vuol dire per un Cristiano? Che a Dio si arriva solo attraverso Gesù, non esiste altra strada. Gli uomini possono sbagliare, è vero, ma un grande Uomo di Chiesa qual'era Don Luigi Giussani, volato al Padre due mesi prima di Giovanni Paolo II diceva: "Un cercatore d'oro, per trovare le pagliuzze deve affondare le mani nel fango. Chi ha paura di sporcarsi le mani non troverà mai l'oro". Cioè: dentro la Chiesa, possono esserci pure persone che sbagliano, però se io lì dentro, voglio trovarci il Divino che esiste, non devo avere la puzza sotto il naso e non devo essere moralista. Spetta a Dio giudicare il comportamento degli uomini. A noi invece, se davvero interessa conoscere Dio dobbiamo lasciarci fare da Lui. E chi ci plasma se non Gesù? E gesù lo si può incontrare solo attraverso la testimonianza di chi lo ha conosciuto prima di noi. La Chiesa è fatta da gente che ha conosciuto Gesù prima di me e me lo ha fatto conoscere, poi io, anche se in un modo a volte inadeguato lo faccio conoscere a chi mi si avvicina. Per questo il cristianesimo è un avvenimento e non una religione evanescente in cui io mi immagino un Dio e parlo con Lui. Ciao.
Con simpatia, Silvy
Mi scuso Sergio, per aver scatenato sfoghi che nulla hanno a che vedere con il tuo post.
Sai ho letto molte cose e mi piace molto il tuo pensiero.
Sai...ho guardato a lungo quella foto di Carnera e ho ricordato...
Ero una bimba e mio padre aveva quella foto appesa al muro, dove lavorava, grazie per avermi fatto assaporare quel tempo. E' strano sai? Ho provato una strana sensazione come se avessi sentito l'odore del mastice, del cuoio e della pelle, che regnava in quel locale. Per un attimo mi sono seduta in quello sgabello impagliato, arrivavo appena al piano di lavoro, ma mi piaceva tanto restare lì, a parlare ...fare domande, mio padre rispondeva sempre con il sorriso ed io mi sentivo felice Grazie a te ho fatto un salto nel passato. Buona Notte Sergio.
Meg
Per la serie, il mondo è piccolo caro Sergio: proprio un paio di settimane fa ho avuto modo di conoscere un meccanico pavese, nipote del grandissimo Carnera .
Strano?! Splendide queste coincidenze.
Un abbraccio
Anathea
Caro Sergio sì sì ti confermo che il ragazzo assomiglia parecchio al vecchio Carnera - stessa stazza! Solo un impiego diverso...
Buona serata
A.
Ciao Sergio. Hai abitato a Padova, una città a me molto cara. Certo che a quei tempi era tutto più semplice, forse più bello. Bel racconto, visto con occhi di un ragazzino. Ci sono momenti e cose che non si dimenticano e rimangono nella nostra memoria scolpite. Buonanotte e a presto!
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