martedì 1 maggio 2007

La cerbiatta nera


Non ti pensavo, non ti cercavo, non ti volevo.
Uno spettro ghignante mordeva la mia anima
E la squarciava in brandelli sanguinanti
Con i suoi feroci denti affilati

Non ti pensavo, non ti cercavo, non ti volevo.
E tu mi incontravi, tu mi cercavi, tu mi consolavi
Ed asciugavi le lacrime di un antico cuore straziato.

Poi, in un sacro sito, uno strano profumo
Comparve, improvviso, misterioso, suadente.
Non cercato, non voluto, non creduto.

Ed io ti pensavo e tu mi incontravi
Ed io ti cercavo, e tu mi cercavi
Ed io ti sognavo e tu… e tu… ?

Ondeggiava il tessuto leggero…
E lo spettro famelico si ritirò silenzioso nell’ombra
Leccando avidamente il sangue dai suoi feroci denti affilati
Mentre una languida cerbiatta dai grandi occhi dorati
Sembrava illuminare il mondo di purissima luce.

Ed io ti pensavo e tu mi incontravi
Ed io ti cercavo, e tu mi cercavi
Ed io ti sognavo e tu… e tu… ?

Poi vennero i giorni del lupo e della faina
E gli occhi dorati, gli specchi di peltro brunito
Si nascosero dietro un velo opaco.
E la pianura verde si ricoprì di neve

E la cerbiatta bianca mostrò il suo cuore nero
Ondeggiava il tessuto leggero…
E il manto d’amore si rivelò un sudario.

Ed io ti pensavo e tu mi rinnegavi
Ed io ti cercavo e tu mi fuggivi
E mentre il sogno bambino piangeva … tu ridevi

E lo spettro famelico risorse trionfante dall’ombra
Cercando le ultime gocce di sangue
Di un anima devastata e morente che il tempo
Cerca pietosamente di pietrificare.

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