martedì 1 maggio 2007

Quando un randagio mi salvò la vita...



Credo fosse il mese di agosto del 1940, o forse del '41. Ancora una volta mamma ed io eravamo andati in villeggiatura da soli. Forse, o forse no, era il piccolo borgo ove eravamo già andati altre volte: S.Stefano di Cadore. Sicuramente era un paese di montagna. Papà, come spesso avveniva, era rimasto a Padova per lavoro e probabilmente anche per limitare le spese.Amante dei cani, fin dalla nascita, avevo subito fatto amicizia con un randagio rossiccio che avevo chiamato Raci, nome preso da un cartello stradale, e che, me ne resi conto anni dopo, significava Regio Automobil Club Italiano.Come di consueto, avevamo affittato una stanza nella casa di un paesano e la nostra principale attività era andare in giro per il paese, fermarci in qualche piccolo bar per prendere qualche bibita o fare lunghe passeggiate lungo i sentieri che si inerpicavano tra prati e boschi.Una mattina, durante una di queste escursioni, ci imbattemmo in un branco di bovini che pascolavano in un prato. Mamma aveva una paura quasi patologica nei confronti di questi animali e non appena li vide si fermò di colpo.Stranamente quelle stupide bestie sembrava riuscissero a percepire quel timore, e alcune di loro si avviarono a corna basse, apparentemente minacciose, verso di noi."scappiamo, scappiamo" strillò mamma e tirandomi per mano ripercorremmo di corsa il tratturo che portava al paese.Qualche giorno dopo stavo giocando, da solo, nella strada completamente deserta prospiciente la nostra abitazione quando all'improvviso un'intera mandria bovina scese lungo la via. Terrorizzato mi addossai con le spalle contro un muro di cinta mentre decine di enormi bestie mi sfilavano davanti. Improvvisamente una di queste, una vacca o probabilmente un bue, si fermò e a corna basse venne verso di me.Mamma, che in quel momento si era affacciata alla finestra dall'altra parte della strada, vide la scena e lanciò un grido che fece arrestare per un attimo il mostro che subito dopo, incurante delle reiterate urla di mia madre, riprese la sua avanzata con l'evidente intento di incornarmi. Ma ecco che in cima alla strada comparve una nuvoletta di polvere. Era Raci che correva ventre a terra verso di me. In pochi secondi il cane si frappose, ringhiando selvaggiamente e con il pelo irto, tra me ed il bue che dopo qualche perplessità abbassò nuovamente le corna. A quel punto Raci smise di ringhiare e passò all'attacco alzandosi sulle zampe posteriori e balzando contro il muso dell'avversario azzannandolo e mettendolo in fuga.Caddi a sedere per terra mentre Raci, festoso e scodinzolante mi leccava la faccia. Subito dopo ero tra le braccia di mia madre.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

driscol (http://noieloro.blog.tiscali.it)
Una storia fantastica...
Nulla da dire... sapendo cosa sono per me gli animali

Un saluto

Driscol

Anonimo ha detto...

Lorenzo (http://velamaremonti.blog.tiscali.it)
Bei ricordi: la montagna, la natura, i bovini, mammà ed il meticcio amico...

Anonimo ha detto...

ivy phoenix (http://donotpanichereiam.blog.tiscali.it) santo stefano di cadore lo conosco benissimo quindi mi sono vista la scena con l'ambientazione giusta :-)
bravo cagnotto!

Anonimo ha detto...

pibiri2006 (http://pibiri.blog.tiscali.it)
complimenti per la storia e poi si dice che il cane e il migliore amico dell'uomo.

Anonimo ha detto...

vento (http://windwings.blog.tiscali.it)
Che dolce storia, mi ha fatto pensare a mio fratello che quand'era piccolo era una peste ed il cane dei miei gli faceva la guardia perchè non scappasse o non si mettesse nei guai. Sono delle preziose presenze questi piccoli animali che ci danno tanto amore! Buona giornata

Anonimo ha detto...

Laura (http://fantasyisland.blog.tiscali.it)
Bellissima storia, che dimostra quanto straordinari possano essere i nostri amici animali. Nonostante ciò che si dice sui gatti, cioè che sono indipendenti e legati solo alla casa, io avevo una gatta che mi aspettava tutti i giorni al cancello quando arrivavo da scuola e quando ero triste veniva da me e mi si accoccolava vicino: era incredibile, sembrava lo sentisse

Anonimo ha detto...

Ale (http://alemereu75.blog.tiscali.it)
Bellissima storia!
:-)

Anonimo ha detto...

questa proprio non la sapevo, ma ne ho vissuta una simile ... ciao!
fratellone!