martedì 1 maggio 2007

Ricordo del mio primo amore


Nel 1946 la guerra era finita da poco e noi tutti, dopo gli anni di sfollamento in un piccolo paesino dei colli Euganei: Galzignano, eravamo rientrati a Padova. Avevo 11 anni e, dopo tre anni di interruzione avevo finalmente ripreso le scuole elementari.Eravamo tornati nella nostra abitazione in via Borromeo. Nello stesso palazzo abitava il farmacista dr. D. con la moglie, una donna bellissima molto fine ed elegante, e con la figlia, una deliziosa bambina dai capelli bruni di cui mi innamorai follemente. La fanciulla, che si chiamava Maria Edoarda, aveva forse un anno meno di me. Molto curata, indossava spesso una mantellina bianca con il cappuccio, e frequentava la mia stessa scuola elementare: la scuola Reggia Carraresso.Io, me ne resi conto anni dopo, ero l’immagine stessa della povertà e della trascuratezza. Indossavo abiti sdruciti, sporchi e malconci che erano stati ricavati da vecchi abiti di papà voltati e rivoltati. Ai piedi avevo uno strettissimo paio di scarpe nere, a punta, che avevamo trovato in uno dei pacchi U.N.R.A. e cioè in quei generi di soccorso che ci inviavano gli americani. Quelle scarpe erano così strette che mi deformarono le dita dei piedi riducendole a cubetti, e ci vollero anni ed anni perché potessero riprendere un aspetto normale. Ricordo bene, tra l’altro, che per lisciare i miei capelli ribelli mamma usava il sapone da bucato e che i miei calzini, bucati e rattoppati, restavano ai miei piedi per mesi. In conclusione, ero tremendamente sporco e puzzavo come una capra. Ricordo ancora la vergogna che provai quando il maestro Chino mi fece notare che, oltre ad avere le unghie listate a lutto, avevo la radice delle dita nere di sporcizia.Insomma non avevo un bell’aspetto e, tuttavia, non me ne rendevo pienamente conto.Maria Edoarda era per me una visione meravigliosa. Ogni qual volta la incontravo il cuore mi balzava nel petto fino a farmi sentir male e la guardavo da lontano senza avere mai il coraggio di avvicinarla e tanto meno di rivolgerle la parola. Benchè pigro, come sono sempre stato, l'amore mi dava la forza di alzarmi prestissimo la mattina e di appostarmi per le scale, in attesa che lei uscisse per andare a scuola, e poi, senza farmi notare, la seguivo a distanza.Nel tentativo di farmi accettare sotto l’aspetto di un eroe salvatore, mi accordai con un ragazzetto mio amico affinché la importunasse durante il cammino per darmi l’occasione di intervenire in suo soccorso. E così avvenne. Il mio intervento in sua difesa fu però così impetuoso e le botte che fingevo di dare al mio complice erano così apparentemente veritiere che il risultato fu negativo. Maria Edoarda mi guardò severamente e disse: “come sei cattivo”.Ovviamente questo episodio, unitamente alla mia spaventosa timidezza, mi impedì di cercare ulteriori contatti. Continuai comunque ad adorarla ed a seguirla da lontano anche quando terminarono le elementari ed iniziarono le scuole medie.Poi, credo verso la fine del 1950, papà fu trasferito a Reggio Calabria. Per me fu un distacco tremendo dalla mia città, dalla mia lingua, dai miei amici e dal mio amore. Piansi per anni la perdita di Maria Edoarda. Ricordo che, in un libro giallo, trovai una canzone e quei versi mi sembrarono talmente aderenti al mio stato d’animo che mi rimasero perennemente impressi:
Bella, t’ho tanto amato
Che senza te più vivere non so
Bella ho sempre sperato
Ed ora sento che mai non ti avrò
Devo partire, devo andar lontano
E non ritornerò.
Ma ci vedremo ancora
Nella terra del sogno
Finché una nuova aurora
Per sempre ci unirà.
Laggiù lontan lontano
Nella terra del sogno
Tenendoci per mano
Nella terra del sogno.
Non ho mai dimenticato Maria Edoarda e non ho mai più provato nella mia lunga vita le fresche emozioni di allora. Nei giorni scorsi, forse influenzato da certe trasmissioni televisive, ho cercato di rintracciarla telefonicamente. Ero curioso di sapere se avesse mai notato o se si ricordasse, anche vagamente, di quel ragazzetto malconcio che abitava nel suo palazzo, e se si fosse mai resa conto di quanto fosse stato innamorato di lei. Ho rintracciato una sua parente che si ricordava ancora di me e della nostra famiglia e che, con molta dolcezza, mi ha informato che tre anni addietro Maria Edoarda è deceduta in pochi mesi per un tumore al cervello.Perché questo racconto? Un poco perché sono fatti intimi e personali che sono rimasti chiusi nel mio cuore e nella mente per oltre sessant’anni e che ora ritengo giusto salvare affidandone la memoria a questo scritto; e poi perché vorrei che tutti fossero consapevoli della necessità di non rimandare mai ad altra stagione le cose che vorremmo fare. Infatti, nel momento in cui vorremmo fare o dire certe cose, magari solo le parole - ti amo - i destinatari potrebbero non esserci più.Diceva, con molta saggezza Papa Giovanni: “tornando a casa, ‘stasera, fate una carezza ai vostri bambini…”.‘Stasera. Cioè: subito. Una carezza non data oggi potrebbe non trovare più il destinatario domani. E così una frase affettuosa, una parola di scusa, un’apertura di cuore…Può darsi che siano i pensieri malinconici della senilità… ma forse, forse, meritano un attimo di riflessione.Con il passare del tempo ci rendiamo conto di non essere più immortali, come inconsciamente credevamo nei nostri anni verdi. Il nostro mondo cambia, i sentimenti mutano e le persone scompaiono.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Laura (http://amoreinvolo.blog.tiscali.it)
Caro Sergio, ti ringrazio per essere passato a trovarmi nel mio blog e per avermi lasciato qualche riga. Grazie inoltre per avermi invitato qui... In questo tuo blog bellissimo, in questo post che mi ha commosso ed emozionato.
E' proprio così... Delle volte rimandiamo ciò che potremo fare ora perchè presi da tante altre cose... Allora pensiamo di poter dire dopo ad un amico di volergli bene, di poter sorridere più tardi ai nostri amici...
Proprio ieri parlavo con una ragazza che di recente ha perso la nonna. Ci andava di rado perchè preferiva uscire con gli amici nei fine settimana... Ora si rende conto che la nonna non c'è più e troppe cose lei ancora aveva da dirle.
Dobbiamo imparare a vivere il momento presente. Al 100%. Il passato non tonerà. Il futuro dovrà ancora arrivare e non è una garanzia. Questo momento è il solo che ha valore. Tornerò volentieri a trovarti.

Anonimo ha detto...

infondoaimieiocchi (http://infondoaimieiocchi.blog.tiscali.it)
Che dire! Hai fatto sciogliere una che porta la corazza come me!
E ti dico grazie! Perchè sciogliersi ogni tanto fa bene e fa bene sentire parlare teneramene ed apertamente d'amore!
Un abbraccio! E un sorriso a Maria Edoarda ovunque sia!
Ciao

Anonimo ha detto...

Mio Capitano (http://penultimi.blog.tiscali.it)
Raramente mi capita di di trovare un post che mi colpisca davvero e questo c'è riuscito.
Maria Edoarda, che nome evocativo! Dove sono più questi nomi potenti? Oggi le ragazze si chiamano Samantha, Carmen o Pamela (Anderson).
Ciò che attira nella tua storia è il minimalismo. Il non aver fatto niente e ricordare così tanto. Lo sguardo, l'amore vissuto dentro la testa. E anche quella trovata da libro Cuore di farti aiutare dall'amichetto per conquistare Maria Edoarda (ho già detto che questo nome fa volare la mente?) Ciao.

Anonimo ha detto...

lumachina (http://roccoraku.blog.tiscali.it)
che tenerezza mi ha fatto leggerti, ho più o meno la tua eta ,e mi hai portato indietro di tanti anni che non riesco a dimenticare, la miseria, la paura, come si fà a dimenticare, è bello quello che scrivi , le prime emozioni, il primo amoruccio, non corrisposto, tutti ricordi belli anche se di miseria e di dolore.
ho visto la foto : anche te come me in quel tempo non eri tanto bellino, penso che maria si sia dimenticata di te.
ciao passo di nuovo a trovarti Antonia

Anonimo ha detto...

faby (http://conilcuoreinmano.blog.tiscali.it)
Toccante,emozionante,vero.
Piccole emozioni che si portano nel cuore così serenamente proprio perchè non si sono vissute.Secondo me se le avessi parlato e ti avrebbe rifiutato il ricordo non sarebbe stato così malinconico e non avresti desiderato tornare indietro con gli anni o poter rivivere tutto adesso.

Anonimo ha detto...

ermione44 (http://violadamore.blog.tiscali.it)
ciao,ho qualche anno meno di te,mi fa piacere conoscerti,ritrovo tanto di me e della mia vita....anch'io ho un'esperienza d'amore adolescenziale molto forte che ha condizionato tutta mia vita o quasi...un giorno te la racconterò...per ora ti abbraccio forte forte come un "amico ritrovato".

Anonimo ha detto...

sillaba (http://sillaba.blog.tiscali.it)
Ho letto con molto piacere questo racconto di vita....è vero,mai rimandare anche il piu piccolo ti voglio bene...buonagiornata

Anonimo ha detto...

Laura (http://fantasyisland.blog.tiscali.it)
I tuoi racconti mi emozionano sempre. Grazie per essere passato dal mio blog e grazie per le tue parole. E complimenti a te per i tuoi scritti, davvero meritevoli! Laura

Anonimo ha detto...

picciosa77 http://suunanuvola.blog.tiscali.it
La cosa bella di essere in homepage su tiscali? conoscere persone come te che magari, per diversi motivi, non si sarebbero mai incontrate.
Leggerti è un vero piacere

Anonimo ha detto...

alexia (http://thelostegyptiansoul.blog.tiscali.it)
Non avrò sicuramente la tua esperienza di vita, ma sono totalmente d'accordo con quello che hai scritto e ogni giorno cerco di vivere secondo quella filosofia, perchè troppo spesso ci pentiamo di non aver agito prima.
Scrivi dei pensieri bellissimi, complimenti.